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L’economia del benessere è un’economia sana ed è possibile (realizzarla).

Per capire come fare,  occorre che facciamo insieme un ragionamento, partendo dall’origine di queste parole: economia e salute.

  1. Per i greci economia significava “buona gestione della casa”. Qual è la nostra casa? E’ tutto, è ovunque è il nostro corpo, la dimora, l’ambiente, la terra
  2. Salute in sanscrito si dice svastha, parola composta da stha che significa stare e sva che vuol dire sé. Quindi salute è “dimorare nel sé”, essere se stessi. ( I problemi di salute arrivano quando noi non siamo in coerenza con noi stessi)

E procedendo con alcune considerazioni.

Sin dal 900 molti studiosi si sono occupati di economia del benessere nell’ambito dell’economia politica, studiando il funzionamento di un’economia di produzione e di scambio con l’obiettivo di massimizzare il benessere sociale della collettività.

Tuttavia, la società del XIX e XX secolo ha fatto passare sia un concetto di benessere senza equilibrio,  pressoché sbilanciato verso il significato di possesso di denaro e di cose e che un’interpretazione della salute come assenza di malattia, sebbene già dal 48 l’Organizzazione Mondiale della Sanità avesse sancito che la salute non è mera assenza di malattia, bensì una condizione di benessere fisico, psichico, relazionale. Nonostante il significato di salute abbia visto un’evoluzione che abbraccia più dimensioni della persona, finanche quella spirituale, sebbene si stia affermando il concetto di One Health grazie alla Medicina Olistica, quanti di voi in realtà si rivolgono al medico per stare bene e quanti per eliminare una malattia? Quanti si prendono cura della salute anche in assenza di malattia? Quanti medici hanno un rapporto con la persona anzichè con il paziente malato?

Vediamo da ormai troppo tempo intorno a noi una produzione e scambio di beni e servizi che non ha portato ad una buona gestione della CASA, non ha portato quella coerenza e consapevolezza che ci permette di essere in noi stessi, di essere in salute.

Che cosa è successo in questi anni? Che avendo perso di vista il vero scopo dell’economia e il senso della salute siamo piombati in un’economia non-sana, sostenuta anche da un sistema di comunicazione e il marketing che hanno veicolato agenti patogeni (*) (**).

Il processo sta cambiando e sta a noi parti di tale scambio (chi vende e chi compra- volgarmente detto) invertire la rotta tramite un processo che si basa su tre atteggiamenti fondamentali: ricerca, creatività, condivisione.

RICERCA (consapevole del benessere)

Ma siamo tutti allineati sul vero significato di benessere?

Il benessere come recita anche il Global Wellness Institute è la ricerca attiva di modi di vivere, scelte, stili di vita, che conducono ad uno stato di salute olistica. Da qui nasce una nuova “industria”, quella della wellness economy che si riferisce alla produzione e scambio di merci e sevizi che consentono alle persone di compiere attività e scelte di benessere, di condurre stili di vita sani

 

CREATIVITA’

L’economia del benessere dipende da professionisti e imprenditori coraggiosi che decidono di creare un nuovo pensiero e di focalizzarsi sull’obiettivo sul benessere altrui.

Le imprese del benessere sono quindi il frutto di pensiero creativo che si adopera per cercare soluzioni, proporre vantaggi, verificare le percezioni e si pone al servizio del benessere altrui.

Ma come si diventa creativi? La creatività non è dei geni folli, non nasce in un garage, non è riservata a pochi individui, ma è un potenziale che esiste in ognuno di noi ed è la base di partenza dell’ideazione e dell’innovazione.

E’ uno stile di vita che attiva il cambiamento. Questo non significa negare schemi di pensiero logici, deduttivi ma utilizzarli in un secondo momento, significa allenare il pensiero divergente trascurato in tutte le scuole, aprirsi a numerose possibilità per poi selezionare quella più adatta alla soluzione che cerchiamo, al problema che vogliamo risolvere. Stampate questa frase su di un foglio e lasciartelo per un pò in vista, in un punto di passaggio, affinché possiate leggerla spesso e non dimenticarla:

La salvezza umana giace nelle mani dei creativi insoddisfatti. (M.L-Kink)

 

CONDIVISIONE 

Una volta compreso che il benessere è una ricerca proattiva, dopo aver generato in modo creativo le risposte a tale ricerca realizzando determinati prodotti e servizi, allora potremo concentrarci sullo scambio (quell’attività di cui tutti noi facciamo parte quasi tutti i giorni e anche più volte al giorno), e su come generare scambio di valore per soddisfare un bisogno.

Tuttavia, il  principio che dovrebbe precedere qualsiasi strategia atta a generare tale scambio  (ma spesso non lo è) è  il “mettere in condivisione”. Mettere in condivisione per fare in modo che il risultato di un’attività creativa possa essere conosciuta, impiegata. Solo quando lo scambio viene fatto precedere da questa consapevolezza allora arriveremo alla co-creazione di benessere, parteciperemo soluzione di un problema, avremo portato un vantaggio, avremo generato valore. Non si tratta semplicemente di un approccio teorico, di una filosofia dell’economia, ma di azioni concrete, di messaggi sottili, di comportamenti coerenti che prima o poi le persone che volete attrarre al vostro progetto professionale o impresa, capiranno.

Il benessere di un individuo e della sua collettività è il frutto di questa co-creazione , di questa creazione condivisa, di cui merci e servizi sono solo il mezzo.

Vuoi essere anche tu parte di un sistema che genera economia del benessere?

(*)vedi Il Marketing del Benessere – Prefazione del dott. Claudio Pagliara https://sinergieperilbenessere.com/pubblicazioni/).

(**) vedi  articolo correlato sul Blog UAM.TV anche https://blog.uam.tv/2021/06/28/il-marketing-del-benessere/

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