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Il turismo della salute amplia la dimensione del viaggio, è una grande opportunità, che può rivelarsi un toccasana non solo per le persone, ma anche per l’economia.

Questi tempi di cambiamento ci offrono l’opportunità di reinterpretare il turismo, di rinnovarlo alla luce del bisogno che abbiamo di vivere un nuovo modello benessere. Quindi oggi il turismo può diventare un canale – oltre che un settore –  per soddisfare il bisogno di vivere in salute.

In questo ultimo anno è cresciuta la consapevolezza di quanto siamo fragili, è cresciuta la paura di ammalarsi, le persone prestano più attenzione a temi come il potenziamento delle difese immunitarie, il rispetto dell’ambiente, il recupero di valori autentici, l’importanza di relazioni umane sincere, perché è tutto interconnesso e indispensabile a vivere bene e non ammalarsi.

Cosa può fare allora il turismo?

Dopo tanti mesi di chiusure e restrizioni vogliamo riprendere a viaggiare e a conoscere, per liberarci da stress e tensioni derivanti non solo da routine malsane e stress lavorativo, ma anche dall’importante cambiamento di abitudini portato dal Covid, dalle conseguenze drammatiche sulla vita e la professione.

Chi si occupa di ospitalità non può ignorare queste considerazioni. Per soddisfare le aspettative del cliente/ospite deve intercettare il cambiamento, i bisogni ulteriori e offrire una vacanza che non si limiti a “distrarre” ma che generi benessere percepito, tangibile e persino quantificabile. L’esperienza turistica si veste di consapevolezza.

Il turismo post-industriale  inteso come la pratica di viaggi di piacere e divertimento, che risponda al bisogno di svago, di fuga e distrazione da una quotidianità stressante e tossica,  può fare un salto in avanti offrendo occasione di migliorare non solo un momento dell’anno, ma uno stile di vita che prolunghi gli effetti benefici del soggiorno. Lo “svago” non è assolutamente l’elemento fondamentale che risponde alla domanda turistica, non lo era prima è lo è ancora di meno oggi.

Ma cos’è il turismo allora.

Il termine turismo deriva dal francese tour che significa giro, viaggio, circuito.

E’ interessante che L’Organizzazione mondiale del Turismo, ha definito il turismo come  “l’insieme delle attività delle persone che effettuano uno spostamento o soggiornano al di fuori dell’abituale ambiente per almeno 24 ore e comunque per un periodo non superiore ad un anno”. (2005-2007). Chi si allontana dalla propria residenza per un lasso di tempo inferiore alle 24 ore, quindi senza effettuare pernottamento, è denominato escursionista.

Ma quale motivazione induce le persone ad effettuare lo spostamento? Cosa cercano? Quali sono le attività delle persone che effettuano lo spostamento.

La proposta turistica italiana non è certo carente di attività. Abbiamo un paese stupendo che si presta ad ogni genere di richiesta culturale, sportiva e di relax. Ciò che manca oggi è l’abilità di proporre un un’esperienza che metta in sinergia le fonti di benessere e guidi l’ospite a viverle accompagnandolo alla percezione dei suoi benefici.

Come fare?

  • Strutturare un’esperienza che metta in sinergia le fonti di benessere (fisica, mentale, relazionale, emozionale e ambientale): non è possibile pensare di stare bene facendo del movimento e poi nutrirsi di cibo tossico. Dobbiamo offrire coerenza.
  • Guidare la percezione dei suoi benefici. I vostri ospiti sanno cosa fa bene e perché? Conoscono la qualità del cibo, dell’acqua e delle esperienza che viviamo? Aiutateli a riconoscere il cambiamento positivo che stanno vivendo, che sappiano riconoscere le sensazioni di benessere.
  • Manifestare scopi etici e utili che di segnalo e su cui vi invito a riflettere:
  • soddisfare un bisogno reale ma inespresso di conoscenza, consapevolezza, confronto e salute.
  • insegnare, educare, portare alla riscoperta delle fonti di benessere nelle sue declinazioni fisica psichica emozionale relazionale e ambientale
  • creare momenti di svago che rispondano ai primi due punti.

Posizionarsi come strutture turistiche di questo tipo significa occuparsi dell’ospite nel migliore dei modi, generandogli  effetti benefici a lungo termine. E’ un modo sano per costruire una relazione autentica, per diventare un punto di riferimento.

Non si rivolge alla massa ma a segmenti definiti sempre più consapevoli che possono diventare la cassa di risonanza per un pubblico nuovo e ri-educato a vivere la vacanza come un’occasione di miglioramento di se.

Paola Rizzitelli

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