Cosa significa veramente ‘stare bene’? Oltre al benessere fisico e mentale, esiste una dimensione più profonda che spesso trascuriamo: il benessere spirituale.
Se qualcuno vi domanda “stai bene?” cosa osservate di voi stessi per elaborare una risposta? In effetti in quel momento si possono verificare diverse reazioni, ad esempio, c’è chi riferisce della sua ultima condizione fisica e, se in preda ad un sintomo, molto probabilmente, legherà a quel sintomo la sua risposta “non sto bene”, chi afflitto da preoccupazioni potrebbe fare lo stesso, chi ha appena ricevuto una bella notizia, invaso da euforia, potrebbe affermare di stare benone, idem chi si trova in spiaggia mentre vive la vacanza dei suoi sogni.
Sono molti, in realtà, i fattori che contribuiscono ad elaborare il nostro “stare” più o meno “bene” e molto spesso questi fattori sono percepiti e valutati differentemente a seconda del momento; come ci insegna D. Kahneman noto psicologo e premio nobel, alcune persone potrebbero riferire un benessere (non reale, ma) valutato, attraverso una rielaborazione del ricordo. Pertanto, difficilmente riusciamo ad avere la consapevolezza di tutto quello che sta determinando la nostra situazione attuale. Può essere comunque utile sapere che i nostri comportamenti, le nostre scelte influiscono su una o su varie dimensioni del benessere, quella fisica, mentale, relazionale, ambientale e spirituale e che fra queste quella spirituale è ancora molto sottovalutata.
Infatti, fra tutte le dimensioni quella che porta maggiore consapevolezza è proprio quella spirituale. Numerosi professionisti sanitari e non-sanitari – che si sono aperti al campo della medicina olistica, complementare, integrativa – attribuiscono al benessere spirituale persino un ruolo prevalente.
Ma cosa si intende per benessere spirituale?
Solamente da pochi anni si è sdoganato un concetto di spiritualità LIBERO da religioni e dogmi. Fermo restando che le religioni sono uno dei mezzi per intraprendere un cammino spirituale, spiritualità non è sinonimo di religione, piuttosto va intesa come un’immersione in sé stessi, con la profonda conoscenza di sé, come la ricerca della propria ragione di esistere, della connessione profonda che lega la propria esistenza a quelle degli altri esseri viventi e molto altro ancora. Il benessere spirituale, pertanto, è il frutto della consapevolezza, della conoscenza e della libertà di essere.
Nel 1998 anche neg li ambienti dell’OMS si è arrivati ad ipotizzare una nuova definizione di salute : “La salute è uno stato dinamico di completo benessere fisico, mentale, sociale e spirituale, non mera assenza di malattia.” Introducendo la parola “spirituale”. E’ proprio questo approccio alla salute uno dei capisaldi della Medicina Olistica, insieme all’assunto che la malattia non è altro che una reazione a un ambiente patologico (e a uno stile di vita errato). Dovete sapere inoltre che salute nel sanscrito si scrive “swastha” e significa “essere sé stesso”. Swastha infatti è composta da “swa” che vuol dire “sé” e “stha” che significa “stare”, quindi, salute significa dimorare in sé.
Ecco perché un percorso spirituale alla ricerca di sé stessi è un percorso di benessere e di salute fondamentale. I sostenitori di questo concetto ritengono anche che la dimensione spirituale non sia una delle tante dimensioni dell’essere umano, ma rappresenti la dimensione più importante, perché determina e condiziona tutte le altre dimensioni. In questa visione “Dimorare in sé” è la condizione necessaria per realizzare il proprio progetto di vita.
Purtroppo, viviamo in una società dove, per interessi economici consolidati, si è formata l’illusione che è possibile restare sani pur conservando abitudini errate e patologiche e vivendo lontano da sé. Alla creazione di questa illusione hanno contribuito in tanti, imprese, mezzi d’informazione e di formazione. Gli stimoli che abbiamo ricevuto, dai cibi spazzatura alla leva mediatica della paura, il dovere di correre per un lavoro, per il denaro, per essere primi o non restare indietro ha impedito proprio quel dimorare in se, necessario a conoscersi, conoscere, a realizzare il proprio percorso di vita e a saper discernere.
Non è un caso che, proprio alla soglia dei massimi dei livelli di tossicità della società, sempre più persone hanno iniziato a sperimentare pratiche di mindfulness, meditazione, yoga, bagni di foresta e affini (senza più lasciarle), che non rappresentano semplicemente un mezzo per fermare i pensieri, ma una porta per entrare dentro sé stessi.
Il benessere spirituale è un viaggio personale e unico per ognuno di noi. Iniziare questo percorso significa concedersi il tempo e lo spazio per ascoltare la propria voce interiore, per connettersi con la natura e con gli altri, e per scoprire il proprio vero scopo nella vita. Qual è il primo passo che farai oggi per coltivare il tuo benessere spirituale?
Allora, se qualcuno vi domanda “stai bene?” non affrettatevi a rispondere, non correte, fermatevi, ascoltatevi.