Il futuro della wellness economy e del benessere reale coincidono? Potranno coincidere solo se ci impegniamo.
L’economia del benessere è cresciuta dell’11,1% all’anno dal 2020 al 2023, un tasso che ha superato di gran lunga la crescita del PIL. A partire dal 2023, pare che l’economia globale del benessere sia il 26% più grande di quanto non fosse prima della pandemia. Il dato più eclatante è che il benessere è diventato un valore dominante nei comportamenti di acquisto in tutto il mondo.
Quali sono le prospettive future? Andiamo verso un mondo migliore? In realtà i numeri dei fatturati e il benessere reale hanno ancora un gap significativo.
Intanto il GWI prevede che l’economia del benessere continuerà la sua robusta crescita ed espanderà nei prossimi anni l’economia globale. Si prevede che la maggior parte dei singoli settori del benessere supererà la crescita del PIL globale nei prossimi cinque anni. Le forze sottostanti che spingono la crescita del benessere, che rimangono più convincenti che mai, sono varie e fra queste spiccano: l’invecchiamento della popolazione, l’aumento delle malattie croniche, i costi insostenibili del modello di assistenza sanitaria, il diffuso malessere mentale e la crescente consapevolezza di stili di vita sani e modalità di benessere. E’ chiaro quindi perché la domanda di benessere cresce? In parte per una nuova educazione ( di pochi ), in parte perché manca!
Non c’è dubbio, tuttavia, che le persone interessate a tutto ciò che riguarda il benessere aumentino rapidamente. L’accelerazione che abbiamo visto durante la pandemia sembra che stia diventando un cambiamento permanente complice una crescente consapevolezza dell’importanza di uno stile di vita sano. In questo stile di vita rientra anche l’ambiente: di casa, lavoro, quartiere, destinazioni di viaggio, oggi sappiamo che influenzano la salute.
Il benessere ha vissuto un’espansione per comprendere molti gruppi di stakeholder (del benessere) oltre all’ospitalità, al tempo libero e alla cura della persona; sta venendo adottato da più aziende e marchi datori di lavoro, organizzazioni non profit, sanità pubblica, pianificazione urbana e altro ancora, e questi stakeholder porteranno sempre più il benessere a più consumatori e alle masse. (Report 2024 GWI)
Ma cosa misurano esattamente i dati del Global Wellness Institute?
La wellness economy – gli 11 settori individuati dal Global Wellness Institute come le aziende di produzione di benessere che potete approfondire nel sito internet dell’istituto – include i beni e i servizi che vengono commercializzati e venduti come “benessere” con la precisazione che non è idonea a misurare il benessere delle persone. Precisa l’Istituto che non stiamo sostenendo che queste cose siano essenziali per il benessere e non stiamo insinuando che siano benefiche o scientificamente provate per migliorare la salute e il benessere.
Non è affermazione di poco conto questa, che ci deve far riflettere sul fatto che la crescita dell’industria del benessere indica un aumento della spesa complessiva per attività, prodotti e soluzioni definite “per il benessere” , ma che non implica un impegno ne legale né morale (delle imprese) a migliorare la qualità di vita delle persone, del pianeta e un’economia del benessere.
Pertanto è possibile ad esempio che la crescita in determinati settori del benessere sia guidata da piccoli segmenti di “consumatori” che effettuano acquisti più costosi e non da un bacino in espansione di consumatori del benessere.
Mi ha piacevolmente sorpreso leggere sul report 2024 un bagno di verità sul benessere dove si scrive sena mezzi termini che le persone devono sapere che il benessere non richiede di spendere soldi extra per scelte come: il godimento della natura; una dieta di cibi locali, freschi e integrali; amicizia e comunità; altruismo; religione e spiritualità; movimento incorporato nelle attività quotidiane (ad esempio, lavorare all’aperto, fare giardinaggio o andare a piedi o in bicicletta al lavoro o a scuola).
Per migliorare il benessere delle persone potrebbe essere invece molto utile una spesa extra da parte delle pubbliche amministrazioni in infrastrutture accessibili a tutti.
In realtà la wellness economy coinvolge la spesa pubblica e la spesa privata, include beni e servizi acquistati dal singolo come dal pubblico e in un caso e nell’altro, grazie ad un cambiamento culturale diffuso che coinvolge imprese, professionisti e clienti che sono tutte persone, forse non potrà misurare il cambiamento ma sicuramente stimolarlo. E questo è sicuramente l’epoca storica più propensa a spingere verso un’attività di produzione, scambio e comunicazione più vera, consapevole e responsabile.