Il marketing è cambiamento, questo è un dato incontrovertibile, da un lato riflette il cambiamento di una società, dall’altro può generare esso stesso il cambiamento (in meglio o in peggio).
Porta le persone a preferire un colore, piuttosto che un altro.
Io mi occupo di marketing del benessere “un processo etico, consapevole, relazionale, concreto, narrativo ed educativo diretto a soddisfare l’esigenza di cambiamento verso una vita migliore attraverso la creazione e lo scambio del valore di prodotti e servizi idonei a tale scopo, realizzando profitto e sinergie”.
- aziende della wellness economy che vogliono generare un miglioramento della loro società (non solo del bilancio),
- la consapevolezza che la maggioranza degli individui di questo pianeta, almeno od oggi, sono intossicati, da quello che mangiano, che respirano, dalle relazioni, dal lavoro, dai pensieri e dallo stress,
- il bisogno da soddisfare: il miglioramento di benessere e salute, attraverso scelte e comportamenti relativi alle varie dimensioni di benessere.
- sapere quindi che il benessere ha bisogno di realizzarsi in 5 principali livelli (fisico, mentale, relazionale, ambientale e spirituale) nella vita delle persone e che devono essere in equilibrio per vivere in salute.
Il benessere può essere prodotto e introdotto nella vita delle persone attraverso ben 11 settori (fonte Global Wellness Institute) che oggi erogano beni e servizi. Il marketing del benessere guarda proprio a questi settori (11 sono tanti ), e punta a generare una nuova economia (e prosperità) basata sul benessere.
Ma scusate, chi la fa l’economia? In realtà l’economia (la cd. corretta gestione della casa, il vantaggio che le attività di scambio commerciale, di produzione e profitto dovrebbero portare ad un paese e ai suoi abitanti) la fa il mercato e il mercato lo fanno le persone. ( Quante aziende potrebbero sopravvivere senza clienti?)
Allora, sempre riflettendo insieme a voi, chi può fare la cultura delle persone e le loro scelte di acquisto? Le aziende ne posso fare molta, lo hanno già fatto.
Anche un bambino quindi capirebbe che se si innesca un circuito virtuoso di cultura e promozione del benessere (non di mera vendita di benessere, cosa che è avvenuta già) per opera delle imprese, potrà accadere che un nuovo mercato prenderà forma e che detterà esso alcune importanti regole. Chi non le osserverà resterà fuori dal mercato. Così si chiuderebbe il cerchio nella mia visione.
Questo mi ha portato a fare un’altra semplice considerazione: la nostra condizione di benessere o malessere dipende anche proposte che abbiamo ricevuto e accettato. L’incontro fra domanda e offerta e può determinare il male oppure il bene.
Allora scegliete tutte le tecniche pubblicitarie e le tattiche che volete, ma prima di tutto fatevi la vostra opinione sul marketing e della sua relazione con l’economia del benessere.
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